I l public management è questione molto importante. Da sempre. La storia insegna che se la forza degli eserciti è necessaria per vincere le guerre e costituire gli imperi, la gestione della cosa pubblica e l’efficienza della pubblica amministrazione è fondamentale per garantirne sopravvivenza e prosperità. Innumerevoli sono gli esempi nel corso dei secoli che dimostrano come una buona gestione della macchina amministrativa sia cruciale per tenere insieme popoli lontani, geograficamente e culturalmente. Lo fu per l’impero romano come per gli stati nazionali europei. L’impero coloniale britannico si reggeva su un mix di forza politico-militare, potenza economico-commerciale e qualità della macchina amministrativa.
Il ruolo dell’amministratore pubblico – che oggi chiameremmo public manager – ha sempre richiesto talento ed esperienza. Pertanto la meritocrazia ha spesso prevalso su favoritismi e nepotismi nella selezione dei funzionari più importanti. Numerosi i casi nella storia in cui a questi ruoli sono chiamati rappresentanti di popoli vinti militarmente quando questi dimostrano maggiore attitudine ed esperienza dei vincitori nell’amministrare la cosa pubblica. Nell’impero romano, non era inconsueto – soprattutto a partire dal III secolo d.C. – che cittadini di origini barbariche occupassero posizioni di grande rilievo nell’esercito o nell’amministrazione pubblica. Ci furono addirittura imperatori di origini barbare. I guerrieri mongoli sottomisero militarmente la vicina Cina ma affidarono ai mandarini cinesi il difficile compito di amministrare un Impero sconfinato che andava dalla steppa siberiana all’India, dalle coste coreane all’Ungheria.
Nell’era della globalizzazione e della crisi degli stati nazionali si potrebbe pensare che la pubblica amministrazione di un paese e la sua gestione abbiano perso importanza. Le amministrazioni dei singoli stati sono schiacciate da una parte dalle istituzioni internazionali e dall’altra dal settore privato. In particolare, multinazionali e grandi istituzioni finanziarie sono player globali, spesso sradicati da paesi e territori di origine. Di dimensioni enormi, non di rado hanno giri d’affari superiori al pil di molti paesi, esse interagiscono direttamente e in modo privilegiato con istituzioni internazionali e nazionali.
In questo contesto è ancora importante avere una buona pubblica amministrazione? A nostro parere la risposta è sì. Un buon public management può ancora costituire un vantaggio competitivo importante per un paese. Tra l’altro perché contribuisce a creare un ambiente che trattiene e attrae persone e capitali. Un framework amministrativo forte e chiaro aumenta le possibilità di successo di un paese nell’economia globale. Addirittura, in certi casi la pubblica amministrazione può addirittura diventare driver d’innovazione, non solo tecnologica ma anche organizzativa e gestionale.
Analoghe conclusioni valgono a livello locale. Una buona gestione della pubblica amministrazione locale può fare la differenza nella capacità di un territorio, o di un distretto, di essere competitivo nell’economia globale.
L’economia globale è infatti caratterizzata da un quadro regolamentare piuttosto fragile – con lacune e disparità in materia di concorrenza, tassazione, legislazione del lavoro, standard ambientali e di sicurezza – che non offre garanzia di uguale trattamento a tutte le aziende. In assenza di regole, o in presenza di regole eterogenee e confuse, le imprese più forti – per dimensioni, peso economico e politico, sostegno del proprio stato nazionale – tendono a prevalere sulle più deboli, generalmente le piccole. L’unico sostegno per queste ultime può venire dal territorio d’origine, ma solo se questo ha istituzioni – politiche e amministrative – e relazioni sufficientemente forti e consolidate da riuscire a estendere proprie regole, standard e consuetudini in campo internazionale.
In altre parole, un elemento importante per il successo di un territorio o un distretto nell’economia globale è la capacità di estendere le proprie “regole del gioco”. La crescita e l’internazionalizzazione delle imprese di un territorio – soprattutto di quelle di piccole e medie dimensioni, non è sufficiente a garantirne il successo nel lungo periodo. Solo se il loro territorio di origine ha la forza politica, economica e istituzionale per “esportare” la propria cornice regolamentare, allora queste ultime si troveranno a operare in un ambiente favorevole. È evidente come questa considerazione sia importante per l’Italia, la nella cui economia sono centrali le imprese di dimensioni piccole e medie.
Diverse sono le caratteristiche fondamentali affinché la gestione della pubblica amministrazione sia un vantaggio competitivo da un punto di vista economico. Le più importanti sono meritocrazia, trasparenza, formazione e contaminazione. Una pubblica amministrazione in cui non prevale il merito non ha grandi possibilità di eccellere, né tanto meno di diventare driver d’innovazione. Per essere veramente meritocratica la carriera nella pubblica amministrazione deve sapere attrarre professionalità e competenze elevate. Indipendentemente dalla loro provenienza (come la storia insegna). La trasparenza è importante in tutte le dimensioni e in tutti i settori della vita economica ma assolutamente fondamentale in quello pubblico, dove si gestiscono e utilizzano risorse dei cittadini. Quanto alla formazione, è molto importante che chi debba gestire la pubblica amministrazione abbia le competenze adeguate al compito e ai tempi. Infine, un certo grado di contaminazione reciproca tra amministrazione pubblica e settore privato può dare frutti importanti ed essere utile ad entrambi.
La gestione della pubblica amministrazione è sempre stata importante nella storia. Paradossalmente, nell’epoca dell’economia globale, un buon public management può essere ancor più importante che in passato. E diventare un vero e proprio vantaggio competitivo, per un paese ma anche per un territorio o un distretto. A patto che nella gestione della cosa pubblica siano riconosciute e incentivate meritocrazia, trasparenza, formazione e un certo grado di contaminazione virtuosa con il settore privato. Una sfida difficile per l’Italia, che può trasformarsi in importante opportunità di crescita. Una sfida ambiziosa per la nuova Rivista Italiana di Public Management, che vuole non solo stimolare ma anche contribuire al dibattito su questi temi.