di Alessandro Carretta - Università degli Studi di Roma "Tor Vergata"
e Diego Tavecchia - Associazione Italiana per il FactoringIn Italia, la spesa della pubblica amministrazione rappresenta una componente assai significativa del Prodotto Interno Lordo e, di conseguenza, svolge un ruolo rilevante nel sistema economico del nostro paese e ciò si riflette nei bilanci delle imprese fornitrici. È noto, tuttavia, come la pubblica amministrazione italiana abbia storicamente la tendenza a onorare in ritardo i propri debiti di fornitura. Il factoring e, in generale, la cessione del credito rappresentano lo strumento ideale a supportare i fornitori della Pubblica amministrazione nel far fronte ai fabbisogni finanziari e gestionali connessi ai relativi crediti commerciali, e stimolare la ripresa economica, potenziando il meccanismo del moltiplicatore della liquidità con effetti diretti ed indotti sull’economia. Tuttavia, sebbene lo strumento della cessione del credito verso la pubblica amministrazione sia già ampiamente diffuso in Italia, esso è assoggettato a numerosi vincoli, adempimenti e requisiti (anche di natura prudenziale) che ne ostacolano il pieno sviluppo. È necessario individuare soluzioni di sistema volte a riconoscere il ruolo cruciale svolto dalla cessione del credito per i fornitori della PA, riducendo le frizioni generate dall’attuale assetto normativo e adattando anche la normativa prudenziale alla reale rischiosità dello strumento, al fine di garantire il supporto alle imprese e, nella prospettiva macroeconomica, un potente stimolo alla ripresa. Sono, quindi, auspicabili politiche di semplificazione delle formalità e degli adempimenti richiesti agli enti pubblici in caso di cessione, rimozione dei privilegi, non più adeguati ai tempi e sensibilizzazione delle istituzioni europee sulla necessità di introdurre correttivi alle regole di individuazione del default per le cessioni di crediti commerciali verso la PA.